“L’infinito” e il suo significato leopardiano, al Caffè Letterario dell’Associazione Teseo


Venerdì 31 gennaio alle ore 17 al “Caffè Letterario” dell’Associazione Culturale Teseo, organizzato per l’occasione presso il Bar Washinton del lungomare di Milazzo, si parlerà de “L’infinito” di Giacomo Leopardi. L’introduzione sarà curata dal Dr. Nicolò Schepis e dal Dr. Attilio Andriolo. E’ l’occasione per partecipare ad un evento dall’inconfondibile sapore culturale, che arricchisce e migliora sotto l’aspetto della riflessione legata alla narrazione dei classici testi della grande letteratura italiana senza tempo. E’ la bellezza di un romanticismo letterario che ci riporta ai tempi della scuola e che si è infiltrato in noi tra le pieghe dell’anima. “Sempre caro mi fu quest’ermo colle…..”. Sono passati duecento anni dal giorno in cui Giacomo Leopardi scrisse “L’infinito”, eppure ancora oggi ci ritorna in mente come fresca memoria, nel ricordarci che certi versi a noi cari non ingialliscono mai, non sfumano nel nulla, non passano mai di moda e, semmai, addolciscono di romanticismo chi oggi si lascia attrarre piacevolmente dai sentimenti. E’ la piacevole poesia leopardiana che, nel caso de “L’infinito”, delimita i temi fondamentali di spazio e tempo, due entità che sono infinite del mondo concepito dall’uomo. Il nucleo centrale del testo di Giacomo Leopardi è un tema molto caro all’uomo che esprime il suo interrogarsi sui misteri del mondo, impossibili da analizzare fino in fondo con la sola ragione. Temi che si rincorrono spesso in noi attraverso pensieri esistenziali, che quasi sempre si riducono a domande senza risposta.

Salvino Cavallaro

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